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venerdì 20 maggio 2011

I Cancelli del Cielo

Anno: 1980
Regia: Micheal Cimino
Interpreti: Cristopher Walken, Isabelle Huppert, Jeff Bridges

E' difficile parlare di quest'opera maestosa prescindendo dalla fama che la precede: I Cancelli del Cielo è a tutt'oggi uno dei più clamorosi e pesanti flop commerciali della storia hollywoodiana, tanto da portare al fallimento la United Artists ed all'etichettatura del suo regista, Michael Cimino, come una sorta di one-hit wonder del cinema, mai più in grado di ripetersi dopo lo straordinario Il Cacciatore.
Dal cast dello stesso Cacciatore, Cimino si porta dietro il Premio Oscar Christopher Walken, in una produzione da kolossal, ambiziosa e costosa oltre misura. Se gli ingredienti per soddisfare certe ambizioni ed aspettative ci sono assolutamente tutti, non si può ignorare anche una palpabile sensazione che li accompagna per tutta la durata (imponente!) del film: la sensazione che qualcosa stoni, che alcuni elementi non siano "all'altezza", anche se sarebbe difficile definire in ogni momento quali. La sceneggiatura è di per sé molto ben confezionata e la storia potrebbe risultare a tratti addirittura avvincente, eppure il film non riesce a "decollare" mai: i personaggi non bucano lo schermo, la storia non coinvolge ed a tratti annoia.
Nonostante la tecnica registica magistrale, gli scenari superbi, le interpretazioni ottime, affinché un'opera del genere, così lontana dal nostro presente e soprattutto così lunga, riesca ad appassionare il pubblico ed a lasciare il segno c'è decisamente bisogno di qualcosa di più, anche se di primo acchito risulterebbe difficile definire con precisione che cosa. Sicuramente, limite riscontrato anche ne Il Cacciatore, lo stesso regista ha delle responsabilità nella gestione dei tempi narrativi, ancora una volta poco proporzionati in più di un passaggio. Se a ciò aggiungiamo l'incapacità di raggiungere quegli apici di poesia e di carica emotiva dai quali un'epopea western del genere non può assolutamente prescindere, ecco che le sale cinematografiche mezze vuote ed il flop clamoroso risultano quasi del tutto spiegati.
Infine non si può non spendere una parola (in negativo) per lo stucchevole finale, che non c'entra nulla coi ritmi del resto del film ed è palesemente stato tagliato con l'accetta per venire incontro a budget e tempi di proiezione (su questo mi sento di assolvere parzialmente Cimino, anche se quando giri un'opera della durata originale di DUECENTODICIANNOVE minuti, poi tagliata a 150, forse due domande dovresti fartele...).
Col passare del tempo ed il rarefarsi di tutti gli strascichi polemici che ha portato con sé, I Cancelli del Cielo è stato parzialmente rivalutato e, se non per la "bellezza" (a volte discutibile e spesso monca), rimane un'opera da vedere per la sua rilevanza nella storia della cinematografia mondiale.

Voto:





lunedì 2 maggio 2011

OVOSONDAGGI!

Vincitore Ovosondaggio di Aprile (fantascienza):
2001 Odissea nello Spazio (S.Kubrik, 1968)

I lettori del Cineovo, con l'Ovosondaggio di Aprile per il genere fantascienza, hanno decretato vincitore il capolavoro di Stanley Kubrik "2001 Odissea nello Spazio"!

Qui al Cineovo non ci guardiamo mai indietro e partiamo subito col sondaggio di Maggio (il maggiosondaggio?!?), per il genere Animazione.

Come per il mese scorso, il meccanismo di selezione è lo stesso: abbiamo scelto 10 titoli fra i più e meglio votati sul sito sacro imdb.com (ma sono veramente tanti quelli belli!).

A voi la scelta e...se non trovate il vostro preferito prendeteci pure a bacchettate nei commenti, ma senza arrabbiarvi troppo: anche chi vi scrive si vede costretto a sospendere il giudizio senza partecipare al sondaggio: il suo film animato preferito non è fra i candidati!

mercoledì 27 aprile 2011

Habemus Papam


Anno: 2011
Regia: Nanni Moretti
Interpreti: Michel Piccoli, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Franco Graziosi, Camillo Milli, Roberto Nobile, Nanni Moretti, Margherita Buy

Nuove dallo splendido cinquantenne: "Habemus Papam".
La redazione naturalmente si è subito fiondata al cinema (semi deserto, ahimè, nel giorno dell'uscita) per cotanta visione e, va detto, ne è rimasta più che soddisfatta.
Sottolineo innanzitutto l'aspetto rivoluzionario che "Habemus Papam" apporta alla filmografia morettiana: il protagonista di questo non è l'onnipresente Nanni Moretti, nè tantomeno la "nannità" di una storia. Incredibile dictu. In questo film, infatti, il dichiarato protagonista del plot è un concetto, piuttosto del solito Michele Apicella declinato in varie salse, tutte peraltro gustose: l'inadeguatezza. Cioè ciò che pervade un Celestino VI, appena proclamato dal Conclave, a ritirarsi nella propria solitudine e a fuggire dalla propria chiamata. Proprio questo rende "Habemus Papam" un film fruibile a tutti: Moretti si mette un po' da parte (non troppo, intendiamoci, lo si percepisce in ogni scena), rendendo godibile la pellicola anche a quella buona parte di pubblico che lo giudica solo "un insopportabile antipatico" , invece di "un insopportabile e adorabile antipatico", come a me, una morettiana convinta, piace definirlo.
Dal concetto di inadeguatezza si sviluppano gli altri nodi contenutistici della storia: l'umanità degli uomini di Chiesa, la sostanziale critica alla "psicanalisi", la possibilità di dire "no" al proprio destino.
Il resto è già stato detto da qualsiasi critico cinematografico: ottime le recitazioni (graziosissima quella di Margherita Buy!), divertentissime le battute di spirito, ben scritta la sceneggiatura, non eccelsa la fotografia (beh ma qui siamo in casa Moretti, dove l'estetica alla Fellini non ha mai voluto imporsi!).
Mi permetto in due righe di rispondere alla cicciuta polemica scaturita dall'ottusità filo-(superficial-) clericale di taluni (deo gratias non di tutti): non vi è OGGETTIVAMENTE in "Habemus Papam" alcuna offesa alla Chiesa Cattolica, alla persona o alla missione del Santo Padre. I personaggi "ecclesiastici" del film vengono ritratti tutti in quanto uomini, non in quanto Servi di Dio, e non credo sia un'offesa dare a un Cardinale dell'"uomo". Se vi fosse stata ironia o leggerezza nel ritrarre un Cardinale in qualità di Servo di Dio, sarei stata la prima a tacciare il regista di irrispettosità verso la Chiesa. Ma così non è stato, Moretti si è tenuto a chilometri di distanza da questa gaffe, dimostrando la propria intelligenza.
Allego un paio di link relativi giustappunto a questa polemica, a mio dire sterile:



Habemus censuram?


Voto:







martedì 12 aprile 2011

Il mio vicino Totoro


Anno: 1988
Regia: Hayao Miyazaki
Interpreti: -

Ritornate ad un'infanzia spensierata ma autentica, immaginando di trasferirvi con la vostra famiglia in una grande e vecchia casa infestata da spiriti buoni, all'ombra di un mastodontico, immenso albero della canfora. Rivivete una fanciullezza capace di godere spropositatamente delle piccole cose belle e di quelle sconosciute, ma anche di disperarsi oltre misura per quelle temute e meno belle, secondo quel "sano bipolarismo" che è proprio soltanto dei sentimenti più infantili. Infine immaginate, un giorno, di scoprire d'avere un vicino di casa speciale, lo spirito buono del bosco, l'immensa e confortante palla di pelo che non parla, che è schiva e goffa eppure tanto potente e misteriosa, pronta a comparire insieme con la sua schiera di amichetti bizzarri, per aiutarvi quando avete bisogno o confortarvi quando siete tristi.
Questo è Il mio vicino Totoro. Un'opera meravigliosa nella sua disarmante semplicità: semplicità di ciò che succede, semplicità di come ciò è raccontato...tanto lontana dalla "nostra" animazione computerizzata e dal "nostro" 3D sempre più realistico e sempre più freddo, quanto incredibilmente magica.

Voto:






mercoledì 6 aprile 2011

127 Ore


Anno: 2010
Regia: Danny Boyle
Interpreti: James Franco

La nona opera del regista-di-Trainspotting narra la disavventura dell'alpinista Aaron Ralston, rimasto imprigionato in un canyon (indovinate per quanto tempo?) a causa di uno sfortunato incidente. Tutto qui.
127 ore va poco al di là dell'interessante dipanarsi della storiella realmente accaduta e del raccoglimento della sempre meritevole sfida, seppur spesso più avvincente per il regista che per lo spettatore, data dal portare su grande schermo una sceneggiatura che prevede, in pratica, un solo personaggio.
Per il resto, pellicola tutt'altro che indimenticabile, nonostante la ormai sapiente mano registica e la buona interpretazione di J. Franco...alcune trovate narrative, flash back e visioni sembrano asservite allo scopo di raggiungere una durata minima accettabile più che un vigore espressivo degno di nota, e se apprezzabile merito dell'opera è quello di non scadere mai nell'eccessivo melodramma, suo limite è sicuramente, altra faccia della medaglia, l'incapacità pressoché assoluta di emozionare e, di conseguenza, di lasciare il segno.
Solo guardabile.


Voto: