Anno: 1980
Regia: Micheal Cimino
Interpreti: Cristopher Walken, Isabelle Huppert, Jeff Bridges
E' difficile parlare di quest'opera maestosa prescindendo dalla fama che la precede: I Cancelli del Cielo è a tutt'oggi uno dei più clamorosi e pesanti flop commerciali della storia hollywoodiana, tanto da portare al fallimento la United Artists ed all'etichettatura del suo regista, Michael Cimino, come una sorta di one-hit wonder del cinema, mai più in grado di ripetersi dopo lo straordinario Il Cacciatore.
Dal cast dello stesso Cacciatore, Cimino si porta dietro il Premio Oscar Christopher Walken, in una produzione da kolossal, ambiziosa e costosa oltre misura. Se gli ingredienti per soddisfare certe ambizioni ed aspettative ci sono assolutamente tutti, non si può ignorare anche una palpabile sensazione che li accompagna per tutta la durata (imponente!) del film: la sensazione che qualcosa stoni, che alcuni elementi non siano "all'altezza", anche se sarebbe difficile definire in ogni momento quali. La sceneggiatura è di per sé molto ben confezionata e la storia potrebbe risultare a tratti addirittura avvincente, eppure il film non riesce a "decollare" mai: i personaggi non bucano lo schermo, la storia non coinvolge ed a tratti annoia.
Nonostante la tecnica registica magistrale, gli scenari superbi, le interpretazioni ottime, affinché un'opera del genere, così lontana dal nostro presente e soprattutto così lunga, riesca ad appassionare il pubblico ed a lasciare il segno c'è decisamente bisogno di qualcosa di più, anche se di primo acchito risulterebbe difficile definire con precisione che cosa. Sicuramente, limite riscontrato anche ne Il Cacciatore, lo stesso regista ha delle responsabilità nella gestione dei tempi narrativi, ancora una volta poco proporzionati in più di un passaggio. Se a ciò aggiungiamo l'incapacità di raggiungere quegli apici di poesia e di carica emotiva dai quali un'epopea western del genere non può assolutamente prescindere, ecco che le sale cinematografiche mezze vuote ed il flop clamoroso risultano quasi del tutto spiegati.
Infine non si può non spendere una parola (in negativo) per lo stucchevole finale, che non c'entra nulla coi ritmi del resto del film ed è palesemente stato tagliato con l'accetta per venire incontro a budget e tempi di proiezione (su questo mi sento di assolvere parzialmente Cimino, anche se quando giri un'opera della durata originale di DUECENTODICIANNOVE minuti, poi tagliata a 150, forse due domande dovresti fartele...).
Col passare del tempo ed il rarefarsi di tutti gli strascichi polemici che ha portato con sé, I Cancelli del Cielo è stato parzialmente rivalutato e, se non per la "bellezza" (a volte discutibile e spesso monca), rimane un'opera da vedere per la sua rilevanza nella storia della cinematografia mondiale.