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sabato 14 novembre 2009

Il Cacciatore


Anno: 1978
Regia: Michael Cimino.
Interpreti: Robert De Niro, Christopher Walken, John Savage, Meryl Streep.

La vita di un gruppo di amici, operai metallurgici in una modesta comunità russa impiantata negli Stati Uniti, prima, durante e dopo la guerra in Vietnam: la rappresentazione di come un orrore troppo grande abbia cambiato, direttamente o indirettamente, la vita di un Paese, gli Stati Uniti, e del suo Popolo. Sulla carta, una storia come centinaia di altre...troppo facile raccontare la tragedia, verrebbe da dire parlando appunto di Vietnam. Eppure questo film riesce a farlo forse come nessuno (personalmente non considero il già recensito Apocalypse Now un "classico" film sul Vietnam).
Opera d'un regista che non si è più saputo neanche lontanamente ripetere a questo livello, e che per questo è giustamente considerato una meteora, "Il Cacciatore" mette a dura prova tutte le mie convinzioni personali su cosa in definitiva sia da considerarsi cinematograficamente bello: qui non mi ritrovo infatti, come invece spesso mi succede, ad amare una pellicola per ragioni puramente stilistiche, audio-visive, artistiche...estetiche, in una parola. Da questo punto di vista, anzi, direi che il film si presenta particolarmente avaro e lamenta più di una bruttura, più di una sproporzione (penso ad esempio a quell'interminabile cerimonia matrimoniale che sembra "ingabbiare" la trama e tenerla prigioniera fin quasi allo scadere di tutta la prima ora di proiezione).
Per una volta, però, sono colpito in pieno semplicemente da quello che mi si sta raccontando, dal mero contenuto più che dalla forma, dalla storia in sè...da personaggi straordinariamente caratterizzati ed interpretati in modo a dir poco superbo, da relazioni d'amicizia e sentimento così incredibilmente realistiche, da una drammaticità resa in maniera a volte intima, a volte schietta, a volte brutale, ma mai prosaica né banale.
Resta nella storia del cinema la celeberrima scena della roulette russa, anche se personalmente sono stato emozionato, come raramente mi è successo, dai dialoghi intimi e pacati tra Mike (Robert De Niro) e Nick, interpretato da un Cristopher Walken sublime, in grado di dare vita ad un personaggio che incarna perfettamente quello spirito americano di fascia medio-bassa, ingenuo ed un po' sognatore, che verrà sopraffatto da tutto l'Orrore col quale sarà costretto a scontrarsi...una dialettica riassunta in maniera semplicemente illuminante da quell'"America, my home sweet home" intonata dai protagonisti nel finale, in una delle scene cinematografiche più amare e tristi cui io ricordi d'aver assistito.

Voto:



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