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venerdì 19 febbraio 2010

Avatar


Anno: 2009.
Regia: James Cameron.
Interpreti: Sam Worthington, Zoe Saldana, Sigourney Weaver, Stephen Lang.

In barba agli incassi stellari ottenuti, che potrebbero benissimo risanare l'economia di mezza America del sud, io penso che Avatar sia un film davvero mediocre. O anche peggio.
Ricordo che, mentre subivo su quella poltrona la mastodontica durata del film, rimpiangevo di cuore di non aver investito quelle lunghissime tre ore in "posizione-a-stella-sul-letto-guardando-in-su" (che, va detto, non è che sia il massimo della vita).
L'accusa più ovvia che si può fare a questo film, e che ho letto in quasi tutte le critiche, è di un'eccessiva semplicità di trama, che in più punti ha persino il sapore del "già visto da qualche altra parte". Vero, verissimo, ma il problema di "Avatar" secondo me non è esattamente questo: non è infatti necessario, per la buona riuscita di un film, che esso ruoti intorno a un plot originale, mentre è invece fondamentale come questo viene svolto, sia in chiave tecnica che estetica. Per semplificare: è alquanto frequente la produzione di film che si sviluppano intorno ad alcuni "grandi temi", come per esempio la ricerca del sè, l'amore in qualche sua declinazione, il non-sense della vita; il giudizio su queste opere è necessariamente da porsi sulla qualità della resa appunto tecnico/estetica, poiché queste non si pongono fini filosofici ma di semplice intrattenimento, tentando di emozionare o di mettere a fuoco una determinata questione, potendo contare sul target di pubblico molto vasto assicurato appunto dall'universalità del tema di fondo. Tra parentesi: questo discorso vale per i filmetti che, poveretti, debbono riempirsi di tali valori pur di fare botteghino; tutt'altro ragionamento vale per il Cinema. Tornando a noi, "Avatar" parla della conquista di un mondo di fata da parte di un esercito di "cattivi" incivile e zozzo, di amore e libertà: cosa ci si poteva mai aspettare dalla trama?
Il vero problema di questa sceneggiatura è che è scritta malissimo. I dialoghi sono in larga parte affetti da una cacofonia che lede l'orecchio, i personaggi o sono tagliati con l'accetta oppure sono appena abbozzati, il piano della narrazione è tutto sul qui e ora, tralasciando una serie di informazioni che andavano date allo spettatore, come per es. la storia di Jake Sully, come la Terra si è auto-distrutta e via dicendo. Ma non mi fermo qui. L'errore più grossolano (ma è una dura lotta) di scrittura è stato compiuto nella struttura stessa della sceneggiatura: il film si sviluppa infatti secondo una trama lineare composta da macro-blocchi narrativi (es.: l'arrivo a Pandora; lo studio della civiltà Na'vi; il tradimento di Jake Sully...etc...), in primo luogo in disequilibrio in termini di tempo e ritmo, in secondo luogo uniti da nessi logici troppo deboli, giocati su un meccanismo di consequenzialità banalizzato all'estremo.
Veniamo ora ai due aspetti che mi hanno irritato ancora di più rispetto a quello narrativo.
Il primo è ovvio: tutto su Pandora è a prova di idiota. Nel senso che la grafica ha continuamente scelto per l'oggetto alieno forme che ricordano molto le corrispettive terrestri, in modo che la decodificazione del sistema risultasse semplice ai più (es: animali che ricordano troppo da vicino pterodattili, scorpioni, cani selvatici e scimmiette; piante e fiori non così impossibili da trovare in qualche foresta tropicale; un alternarsi di notte/giorno così simile al nostro). Sinceramente mi aspettavo di più. Volendo ampliare questa osservazione, ho trovato simile a qualcosa di "terrestre" anche la tanto decantata comunione con la natura del popolo Na'vi, rintracciabile in molte delle nostre religioni/culture non monoteiste, così come la struttura sociale di questo, semplicemente tribale e gerarchica. Insomma, io ho avuto la netta sensazione che, nel costruire l'insieme formale e contenutistico della civiltà Na'vi, si sia attinto un po' qui un po' là da varie culture minori, cito quella Masai, condendo il risultato con tanti colori e animaletti dall'aspetto pasticciato. E' come scrivere una canzone che ricorda un grande successo: piacerà di sicuro al pubblico, proprio perchè in un certo qual modo già sentita.
L'altro aspetto di "Avatar" che mi ha irritata è più facile a spiegarsi con una domanda: come può esistere empatia tra due sistemi affettivi incommensurabili? Quello che io non capisco è come Cameron abbia potuto antropomorfizzare in maniera così estrema i sentimenti dei Na'vi, le loro simbolizzazioni ed espressioni. A me ha dato una sensazione di profonda irrealtà, proprio perchè dal mio punto di vista è impossibile un alieno con un cuore e un'anima umani.
Ora che l'ho praticamente demolito, è giunta l'ora di dire quello che mi è piaciuto in questo film.
Le recitazioni di tutti gli attori principali mi sono sembrate più che buone, il che significa che sono state anche ben dirette.
Fantastici gli effetti speciali e l'animazione: ricordo visi e sguardi dall'espressività mai vista prima, unica. Ottimo il "design" dell'immagine, sempre ben costruito e guidato da una bellezza curatissima. "Avatar" è pioniere in questo senso, riesce a stupire e non poco. Onore al merito.
Per il resto...un elaboratissimo prodotto di marketing.

Voto:









4 commenti:

  1. Il vero titolo di questo film doveva essere "Balla coi Na'Vi"!

    Metra

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  2. lol!
    E complimenti per aver letto il mio pistolotto assurdo!

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  3. Concordo col Metra!
    Brava ricciola, hai scritto esattamente quello che ho pensato dopo averlo visto, ma che la mia ridicola proprietà di linguaggio non mi avrebbe mai permesso di esprimere..
    Io l'avrei recensito così: "Al prossimo cacatone mediatico Cameron i miei 10 euri se li scorda.. però bello l'effetto visivo." :)
    ELO

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  4. @ELO...
    AH AH AH! Grazie mille del complimento (e della lettura del post)!!

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