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venerdì 27 agosto 2010

Pandorum


Anno: 2009
Regia: Chrisitan Alvart
Interpreti: Dennis Quaid, Ben Foster

La noia nei pomeriggi d'agosto fa brutti scherzi: come è successo al sottoscritto, si potrebbe finire per cedere a trailer accattivanti, dando fiducia a recensioni che troppo facilmente scomodano paragoni del tutto fuori luogo.
Evitare. Pandorum è un film semplicemente brutto, sotto tutti i punti di vista.
Una delle poche storie che, pur cominciando col trucchetto del mistero assoluto e del personaggio che si sveglia senza ricordare nulla, riesce ad annoiare fin da subito; il progressivo dipanarsi dell'intreccio, analogamente, è sempre lontano dal risultare avvincente.
I personaggi sono a loro volta piatti più che mai: si sente addirittura la mancanza di quella spacconeria che, in ultima istanza, riesce almeno a far risultare simpatici i protagonisti di film d'azione come questo. Nulla.
Anche la regìa, o forse e più propriamente il montaggio, lasciano fortemente a desiderare: gli action movie possono non piacere, ma di certo girare e rimontare a regola d'arte alcune scene particolarmente movimentate e caotiche non è cosa da tutti. In questo film, quando l'adrenalina cerca di salire, risulta spesso difficile trovare dei punti di riferimento (intendo banalmente distinguere il sopra dal sotto, la destra dalla sinistra...insomma da dove arriva il pericolo!?!): ciò dà presto origine ad un senso di claustrofobia e disorientamento veramente troppo spiacevoli -quel formicolio tipico del "mi alzo ed esco dalla sala"/"cambio canale"/"chiudo il player" che poco ha a che vedere con l'intenzione del regista di trasmetterci delle sensazioni, ed è più che altro connesso con l'incapacità di trasmettercele nel modo corretto.
Unica consolazione: il quasi certo sequel, cui il prevedibilissimo finale presta benevolmente il fianco, avrà ben poco da rovinare.

Voto:




lunedì 23 agosto 2010

L'uomo che fissa le capre


Anno: 2009
Regia: Grant Heslov
Interpreti: Ewan McGregor, George Clooney, Jeff Bridges, Kevin Spacey

Fallito il suo matrimonio, un disperato e neppure troppo affermato reporter (Ewan Mc Gregor) parte per il Medio Oriente alla ricerca dello scoop della vita, per dimostrare a sua moglie, al mondo ed a se stesso di non essere un fallito. Si imbatterà casualmente in Lyn Cassidy (George Clooney), il quale milita in un reparto tutto particolare dell'esercito degli Stati Uniti e che gli consentirà di unirsi a lui in una missione davvero speciale...
Solitamente, quando mi imbatto in un film dal titolo bizzarro come questo ed ammesso che la produzione sia straniera, la primissima cosa che faccio è andare a documentarmi sul titolo originale: alcuni distributori italiani, in tema di traduzioni, ne hanno veramente combinate di cotte e di crude (...et Dieu creà la femme...). Stavolta, avendo visto il film "in trasferta" ed inaspettatamente, non ho potuto effettuare il mio consueto title check, approcciando la pellicola solo con quella manciata di sparute informazioni di partenza relative a regia, cast (quest'ultimo di altissimo livello, a dire la verità) e titolo, per l'appunto...ma perché partire proprio da qui per recensire un film del genere? Semplicemente perché il primo commento che mi viene da fare è che "L'uomo che fissa le capre" è un film che rispecchia al 100% il suo titolo: bizzarro, abbiamo detto, nonché curioso, stimolante e simpatico.
La trama è ricca di spunti interessanti a seconda dei punti di vista sotto i quali la si vuole vedere; tali poliedrici punti di vista diventano però lama a doppio taglio nel momento in cui si introducono temi ed idee connessi a tradizioni profonde e culture rivoluzionarie, le quali per forza di cose non possono e non potranno mai essere trattate in modo sufficientemente rispettoso nell'ambito di quella che, in fin dei conti, altro non è che una commediola hollywoodiana.
Nonostante le sottili critiche alla civiltà occidentale ed al governo degli Stati Uniti ed il contemporaneo occhiolino strizzato alle filosofie orientali ed al filone New Age, il regista sembra decidere di rimanere alla superficie delle cose, e volendo giudicarne la superficie, "L'uomo che fissa le capre" rimane un film divertente, ben girato e ben interpretato da un cast stellare (Jeff Bridges e Kevin Spacey, oltre ai già citati Mc Gregor e Clooney). Alcune gag veramente divertenti ricordano i migliori Cohen -forse per la presenza dello stesso Bridges. Per il resto, meglio non stare ad arrovellarsi su meta-significati reali o presunti del film: sarebbe mera interpretazione personale.
A proposito: il titolo originale è "The men who stare at goats"...100% come il suo titolo.
Consigliato per una serata in compagnia, leggera ma non troppo.

Voto:



venerdì 6 agosto 2010

Il Solista


Anno: 2009
Regia: Joe Wright
Interpreti: Robert Downey Jr., Jamie Foxx

Ci sono volte in cui si va al cinema perché si vuole vedere proprio quel film...altre volte invece si va a vedere un film solo perché si ha proprio voglia di andare al cinema. In quest'ultimo caso, cedere alla tentazione può portare a volte gradevoli sorprese, mentre in altre occasioni può rivelarsi deleterio per l'umore della serata e per il portafogli...ebbene, lo ammetto: scegliere "Il Solista", unico titolo papabile nella programmazione della mia città, a cavallo tra il Luglio e l'Agosto di un anno già di per sé cinematograficamente avaro come il 2010, è stato gesto quantomeno ardito. Mi sembra doveroso fare mea culpa perché, nonostante il tema dell'opera puzzasse d'americanata veramente da mooolto lontano, ho comunque voluto dare più retta alla nostalgia da grande schermo più che al mio istinto, e sono stato giustamente punito.
Il film è tratto da una vicenda vera al 100% e successa recentemente, quando il giornalista dell'LA Times Steve Lopez, alla ricerca di una storia, si è imbattuto nel suonatore di strada Nathaniel Anthony Ayers: incuriosito dal suo aspetto ed affascinato dalla sua musica, il giornalista ha voluto conoscere meglio il passato del musicista, raccontandolo contemporaneamente nella sua rubrica. Da qui, la vicenda ruota attorno alla malattia mentale di Ayers, che l'ha spinto ad abbandonare le sue ambizioni di musicista classico ed a "rifugiarsi" nella strada, alla sua passione per la musica, al goffo tentativo di Lopez di aiutarlo in un modo troppo superficiale prima, un po' più profondo ed empatico, almeno secondo quelle che sarebbero le intenzioni del film, poi.
Ok, storia interessante e possibilmente affascinante. Il problema sta in tutto il resto.
La narrazione è sempre superficiale e bidimensionale in tutti gli aspetti che tratta, sia quelli principali (schizofrenia, senzatetto, iniziale "scopo di lucro" del giornalista che dovrebbe trasformarsi lentamente in qualcos'altro) che secondari (la magia della musica, l'impatto di una storia del genere sull'opinione pubblica, alcuni dettagli della vita di Lopez prima e dopo Ayers); i tempi sono spesso sproporzionati ed alcune scene decisamente troppo lunghe; certi tentativi di avvicinarsi al cinema d'autore con carrellate metropolitane o giochi formali sulle note del povero "Ludovico Van", che ormai definirei tristemente exploited, fanno accapponare la pelle (e non in senso positivo).
Mi sento di salvare soltanto l'interpretazione dei protagonisti (sufficiente comunque, non di più) ed una regia che, quando non si lascia andare a voli pindarici fuori dalla sua portata, si rivela comunque competente.
Di fronte al solito problemuccio connesso con la trasposizione di una storia vera su grande schermo, di cui già parlai nella primissima recensione del Cineovo, ben contento di riscontrare come l'opinione di chi è stato spettatore della vicenda dal vivo e non sul grande schermo sia vicina alla mia (se vi va leggete qua Kenneth Turan, collega di Lopez all'LA Times), prometto che d'ora in poi, quando sentirò odore di americanata, cercherò di tenermi bene alla larga.

Voto:






P.s.: se la storia vi ha allettato, magari date un'occhiata qui: la conferma che, oltre alla rubrica di Lopez ed al suo libro sul tema, di questo film non è che si sentisse proprio il bisogno.

martedì 3 agosto 2010

May


Anno: 2002
Regia: Lucky McKee
Interpreti: Angela Bettis, Jeremy Sisto, Anna Faris.

May è sola e disadattata. La sua vita è stata influenzata ed irrimediabilmente compromessa da un'infanzia traumatica, causata del complesso per un fortissimo strabismo e dagli errori dei suoi genitori. Ora ha un lavoro ed una vita apparentemente normali, ma in realtà la sua unica amica è una bambola rinchiusa in una teca, regalatale anni prima dalla madre. Innamoratasi di un ragazzo e delle sue mani, resterà ulteriormente traumatizzata riscontrando la propria difficoltà nel rapportarsi alle persone apparentemente attratte dalla sua stranezza, ma di fatto incapaci, ai suoi occhi, di accettarla. Non riuscendo a trovare un amico, May finirà per doverselo "creare" con le sue stesse mani...
Non si tratta di un horror convenzionale: le tematiche sottese sono molto più intime e complicate, ma vengono comunque affrontate secondo i registri caratteristici del genere, ovviamente insufficienti per un vero approfondimento (per esempio si intuisce soltanto la schizofrenia della protagonista, che oltre a parlare con una bambola sembra anche sentirne la voce). Il regista/autore preferisce rimanere sul piano del sanguinolento andante, su musiche, sequenze ed esplicite citazioni che hanno molto del periodo d'oro di Dario Argento. Ne esce una via di mezzo tra l'horror all'italiana ed il thriller psicologico (anche se la tensione rimane sempre sotto i livelli di guardia) che rischia di non lasciare soddisfatta nessuna particolare fetta di pubblico, se non qualche cinefilo amante di particolari variazioni sul tema.
C'è da dire comunque che alcune scene sono ottimamente girate -sempre secondo i canoni horror- e che la recitazione della protagonista, seppur qua e là un po' caricaturale, è certamente di buon livello.
Nota a parte merita una delle scene di "abbordaggio" più geniali della storia del cinema:

Lui, sconosciuto, si siede accanto a lei su una panchina alla fermata dell'autobus.
"Ciao"
...
"Senti, ti andrebbe di mangiare insieme delle caramelle gommose?"
[stacco]
Lui seduto su un letto che consuma caramelle famelico.
"Cazzo vivrei di questa roba, giuro".


Sublime. ;)


Voto: