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venerdì 28 maggio 2010

Copia Conforme


Anno: 2010.
Regia: Abbas Kiarostami.
Interpreti: Juliette Binoche, William Shimell, Adrian Moore.

Un affascinante studioso d'arte incontra una gallerista bella come Juliette Binoche alla presentazione del proprio ultimo libro, "Copia Conforme" per l'appunto. I due decidono di passare il giorno seguente insieme e qui in sostanza finisce il plot del film: la restante oretta e mezza di visione è tutta improntata sulle discussioni, a dir la verità sempre sotto tono e sul banalotto andante, tra i protagonisti. Chiave di lettura di questa storia: l'incomunicabilità tra uomo e donna, la difficoltà nella crescita comune dei membri di una coppia, la relazione tra copia e originale sia nell'arte che nella vita, tant'è che non ci è dato di capire davvero quale metà del film sia vera, se quella in cui i protagonisti sono sconosciuti o quella in cui sono sposati.
Insomma, uno zuppone pseudo-psicologico senza trama in cui vorrebbe farla da padrone la cura d'estetica dell'immagine ma che non ci riesce, perchè fa troppo affidamento sulla stra sfruttata bellezza del paesaggio toscano. Interessantissimi, però, i continui giochi di luce e riflesso con cui la telecamera riesce ottimamente a giocare.
Sublime (come sempre direi) la recitazione della Binoche, che si è aggiudicata grazie a questo film una Palma a Cannes; molto buona, ma non all'altezza della partner, quella del baritono William Shimell.
Che dire? Promosso per un pelo, ma solo grazie ad alcune delizie tecniche e alla buona rosa di attori.


Voto:




martedì 25 maggio 2010

Almost famous

Anno: 2000.
Regia: Cameron Crowe.
Interpreti: Patrick Fugit, Kate Hudson, Billy Crudup, Frances McDormand.

Un ragazzetto del liceo, votato a non si sa quale santo in Paradiso, riesce a diventare inviato della mitica "Rolling Stone" per scrivere una prima pagina sulla band emergente "Stillwater": accodatosi al di questa entourage, si lascia alle spalle la madre iperprotettiva e la cerimonia del diploma, diventando testimone oculare di quella che, secondo Crowe, è stata l'agonia del rock. Groopie sfacciatamente romantiche nonostante un atteggiarsi cinico, alcool, droga, soldi, competizione, tradimento e qualunquismo vengono timidamente notati e criticati dal giovane William, sempre confuso da quel caos di ragazze e chitarre, ma che riesce persino ad arricchirsi in quest'esperienza così potenzialmente distruttiva.
"Almost famous" brilla per l'eccelsa colonna sonora anni '70, anche se, per la verità, i pezzi inventati ad hoc per gli inesistenti "Stillwater" hanno poco da invidiare in quanto a bellezza a quelli originali.
Ottimamente recitato, ben diretto, anche se a mio parere è un po' limitato da quella dilatazione temporale che soffro nella regia di Spielberg (non credo a caso, visto che è produttore di questo film), da un finale vagamente retorico e da una cicciuta edulcorazione sullo zeitgeist degli anni '70.
Interessante il punto di vista della narrazione, in mano a un critico ragazzino, piuttosto che a quello stra trito della band emergente che lotta per realizzare un sogno. Aggiungo che la storia è autobiografica (che invidia!), ricalcando molti eventi personali di Crowe, compresa la scena pazzesca ad alta quota con turbolenza.
Promosso con lode.


Voto:



venerdì 7 maggio 2010

Hostel

Anno: 2006.
Regia: Eli Roth.
Interpreti: Jay Hernandez, Eythor Gudjonsson, Derek Richardson.

Due sbarbatelli partono dal college per un eccitante viaggio zaino in spalla nel vecchio continente, ben decisi alla ricerca di signorine dai decollete prorompenti e drogucce mescaline, accompagnati dall'amico islandese incontrato sulla strada. Ingolositi dai racconti a luci rosse di un giovane russo conosciuto per caso, decidono di partire per un paesino sperduto slovacco, dove si dice ci sia un ostello frequentato da meravigliose quanto disponibili ragazze. Qui il giro di boa tipico dell'horror che inizia spensierato: il terzetto resta vittima di una specie di loggia massonica dedita al culto dell'omicidio per divertimento, con tanto di torture rivoltanti e sanguinarie.
Film dalla regia "testosteronica", zeppo nella prima metà di scene di ragazze semi-nude e nell'altra metà di sequenze che vorrebbero essere splatter ma che sono in realtà solo rivoltanti. Terribili gli "effetti speciali" che danno l'illusione della macellazione di un corpo, fatti con cera colorata o similaria, decisamente al livello di un filmetto girato da un neofita a budget limitato. Ridicole le scene di tortura, o perchè girate male o perchè supportate da un'anatomia corporea impossibile. Banale la struttura della narrazione, che ricalca in pieno quella trita e ritrita del classico horror. Sbagliato il tempo narrativo registico, che riesce a non mettere ansia allo spettatore.
Insomma, uno dei film peggio fatti che ho mai visto, che vanta solo la produzione illustre, di sua eccellenza Quentin Tarantino..c'è da chiedersi per quale folle motivazione abbia sponsorizzato questo (meritato) flop.


Voto: