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domenica 20 dicembre 2009

Al di là della vita


Anno: 2000
Regia: Martin Scorsese
Interpreti: Nicholas Cage, John Goodman, Patricia Arquette.

Tre giorni e tre notti nella vita di un paramedico newyorkese, le cui mani non sono più veloci come qualche mese prima: le vite delle persone soccorse invano che continuano a scivolargli da sotto le dita, scateneranno in lui rimorsi e domande, dando vita ad un processo di progressiva ed angosciante alienazione.
Per alcuni versi, considero questa pellicola l'ultimo gran bel film del regista italo-americano, prima della decisa e decisiva virata sul kolossal/biografico "di qualità" avvenuta sì dal 2000 in poi, ma le cui prime avvisaglie si erano già manifestate con Kundun.
In Al di là della vita, tra homeless e disadattati, psicopatici e freak, ritroviamo la New York allucinata e persa, cui tanto ci eravamo affezionati, del primo Scorsese. Per qualcuno ciò è stato fonte di una sgradevole sensazione di già visto -difficile avere ancora qualcosa da dire sul tema dopo Taxi Driver...eppure, nonostante le analogie con il capolavoro del '76 siano più d'una, alcune sostanziali differenze di fondo nel rapporto tra protagonista e mondo esterno, nonché un diverso modo di "inquadrare" alcune tematiche (a loro volta, queste, inevitabilmente evolutesi negli anni), fanno di Al di là della vita un film che valeva la pena realizzare e, di conseguenza, vedere ed apprezzare.
Una nota di merito va a tutto il cast ed in particolare a Nicholas Cage, attore che personalmente non amo, ma la cui espressione (se non espressività...), si adatta questa volta perfettamente al personaggio che si trova ad incarnare: paura che a volte diventa terrore, voglia di evadere e di ribellarsi che, contrapposta ad inettitudine e disincanto, dà vita ad un protagonista debole e spesso incoerente, sofferente di un dolore che sembra inebetire piuttosto che logorare. I co-protagonisti, a loro volta diretti magistralmente, non fanno altro che rafforzare quel retrogusto di non-senso accompagnato da pessimismo di fondo, quali che siano le visioni del mondo -spesso molto diverse fra di loro- dei personaggi che si trovano ad interpretare sempre egregiamente.
Infine non posso non segnalare la scelta, ovunque azzeccatissima, delle musiche di fondo: emblematica, a tal proposito, è già la primissima scena del film, un'allegra "passeggiata in ambulanza" per le vie più decadenti della Grande Mela, sulle note della splendida TB Sheets di Van Morrison.

Voto:

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