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martedì 29 dicembre 2009

Segreti di famiglia


Anno: 2009
Regia: Francis Ford Coppola
Interpreti: Vincent Gallo, Maribel Verdù, Alden Ehrenreich.

Il giovane Benjamin, di servizio su una nave da crociera, giunge occasionalmente a Buenos Aires e va a fare visita al fratello, il quale da anni, dopo aver tagliato i ponti con la sua famiglia d'origine, si è ivi ritirato. Tetro, questo il nomignolo dell'uomo, è uno scrittore che non ha mai pubblicato nulla, e che ora "sopravvive" di rendita con la compagna Miranda, grazie ad un assegno che periodicamente il ricco e potente padre gli fa recapitare. Scopo della visita di Benjamin diventa lentamente quello di farsi accettare da Tetro e di conoscere la vera storia della loro famiglia, che mai nessuno gli ha raccontato: nonostante la riluttanza del fratello, egli riuscirà comunque nel suo intento, scovando fra i suoi effetti personali un unico manoscritto che parla proprio del loro passato...
Francis Ford Coppola è un Maestro ed un Artista, tanto da farmi sentire completamente a disagio nel cercare di commentare uno stile registico, il suo, ormai troppo sapiente e maturo: una prima impressione, guardando il film, è quella di una sua completa consapevolezza di quello che sta facendo e dei risultati che sta ottenendo, fotogramma per fotogramma. Non posso fare altro che inchinarmi di fronte a tanta maestria e segnalare l'uso di un bianco e nero semplicemente splendido, che in alcuni contesti (sarà stata forse la suggestione data dal "dialogo casalingo fra fratelli"?!?), mi ha addirittura ricordato l'estetica sublime del Toro Scatenato di Scorsese, e nel quale gli attori, primo fra tutti un ottimo Vincent Gallo, accompagnato da un altrettanto sorprendente giovanissimo Alden Ehrenreich, si muovono perfettamente a loro agio.
Venendo all'opera in sé, opinione a caldo del sottoscritto ed anche di chi lo accompagnava alla proiezione, è che questa sembra essere, per Coppola, la grande occasione mancata di confezionare, fra vicissitudini produttive di ogni sorta, un altro grande capolavoro: almeno per i tre quarti del film è infatti palpabile la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa magari non di eccelso, ma quantomeno di completamente riuscito...sennonché quelle che per gran parte del film sono state affascinanti mezze verità (ma era quello il bello!), sapientemente abbozzate appena tra vaghi ricordi, stavolta colorati, e visioni danzanti, ora ci vengono improvvisamente spiattellate in maniera quasi brutale, secondo una scelta stilistica che, in più punti, rasenta il melodramma (vedi il finale). Spesso, inoltre, ci si ritrova disorientati di fronte a certi dettagli troppo smaccatamente autobiografici per essere compresi ed apprezzati (ciò che era comunque nelle intenzioni del regista); per non parlare di quel mezzo colpo di scena finale che, se non ha proprio il sapore della carrambata, molto ci si avvicina...come se il regista volesse a tutti i costi compiacere, finalmente, anche il suo pubblico, mettendo in bello stile la parola fine ad una storia scritta e messa in scena solo per il proprio personale compiacimento.

Voto:


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