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mercoledì 23 dicembre 2009

Moon


Anno: 2009
Regia: Duncan Jones
Interpreti: Sam Rockwell

Satelliti che si muovono nel vuoto e nel silenzio cosmico, solitudine ed isolamento del protagonista, moduli spaziali sotto il completo controllo di un'intelligenza artificiale, addirittura qualche fotogramma che ritrae il movimento di Terra e Luna su un sottofondo di musica classica...c'è un qualcosa di vagamente (!!!) "Kubrikiano" in tutto ciò, e c'è da dire che Duncan Jones (esordiente regista figlio di David Bowie e co-sceneggiatore del film), con questo "MOON" ha davvero scherzato col fuoco, permettendosi di citare in più punti e prendendo spunto da uno dei massimi capolavori della storia del Cinema qual è 2001 Odissea nello Spazio...insomma, gli ingredienti per far gridare all'eresia e far passare ciò che il film aveva da dire di suo in secondo piano, c'erano proprio tutti. Eppure il regista, a mio giudizio, è riuscito a schivare il pericolo ed a cavarsela alla grande. Moon mi è piaciuto!
Mi è piaciuto stilisticamente (regia e fotografia), poiché non ho mai avuto la sensazione di trovarmi di fronte ad un pretenzioso tentativo di emulare e superare un Maestro, ma piuttosto all'umile scelta di sposare un modo di fare fantascienza considerato, per quel contesto registico, assolutamente non-migliorabile. Mi è piaciuto narrativamente poiché, seppur inizialmente "contestualizzata" in modo un po' sbrigativo ed anonimo -si parla di un futuro nel quale il mondo risolverà i propri problemi energetici andando ad "attingere" a fonti poste sul lato oscuro della Luna-, la storia si evolve lasciando al personaggio (o ai personaggi?!?) ed allo spettatore spazi proporzionati di tensione, disorientamento, stupore e, seppur nei limiti consentiti da un film di fantascienza, riflessione. Mi è piaciuto perché interpretato molto bene dall'unico protagonista, un Sam Rockwell alle prese con un personaggio che definire poliedrico risulterebbe riduttivo...
Insomma, Moon non è certamente un capolavoro, e presenta più di un difetto (uno su tutti il tentativo di inscenare una fantascienza meno spettacolare e più lenta ed introspettiva senza però trovare il coraggio di farlo fino in fondo, ma anche un finale a sua volta sbrigativo e quasi "leggero")...rimane comunque un'interessante ed ambiziosa opera d'esordio, assolutamente godibile per coloro che non intendono la fantascienza come necessario sinonimo di invasioni aliene, apocalissi o guerre interplanetarie.

Voto:

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