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martedì 1 dicembre 2009

Four rooms


Anno: 1995.
Regia: Allison Anders, Alexandre Rockwell, Robert Rodriguez, Quentin Tarantino.
Interpreti: Tim Roth, Sammi Davis, Valeria Golino, Lili Taylor, Madonna, Ione Skye, Jennifer Beals, Antonio Banderas, Salma Hayek, Quentin Tarantino, Marisa Tomei, David Proval, Bruce Willis, Tamlyn Tomita.

Quattro storielle sboccate, divertenti e non-sense, ambientate in altrettante stanze del grande albergo "Mon Signor", unite dal filo conduttore Ted (Tim Roth), il fattorino che casualmente si trova in esse incastonato. A ogni episodio spetta una scenografia, un regista e un cast propri: quindi quattro direttori, alias quattro amici che hanno scritto un film collettivo per gioco e per goliardia.
Prima micro sceneggiatura: "Strano intruglio", di Allison Anders, con Valeria Golino e Madonna, ambientato nella suite "Honey Moon". Una congrega di streghe moderne molto poco vestite e che imbastiscono sortilegi a suon di formule magiche del calibro di "In questa magica notte invoco l'antico potere, o creatura perfetta, ti offro il latte materno di una meravigliosa tetta" si ritrova dopo 40 anni nella stanza in cui la dea Diana è stata tramutata in pietra da una rivale gelosa durante la sua prima notte di nozze: il rito per la resurrezione è preparato, ma manca l'ultimo ingrediente (non ho il coraggio di scrivervi quale...), cui Ted, volente o nolente, dovrà provvedere.
Seconda stanza: la 404, teatro de "L'uomo sbagliato" di Alexandre Rockwell, nella quale il nostro fattorino si troverà invischiato in un perverso gioco psico-sessuale tra Angela (Jennifer Beals) e Sigfrido (David Provel). Episodio sinceramente un po' noioso, tutto giocato sul fattore sorpresa.
Terzo capitolo: "I cattivi", di Rodriguez, con un meraviglioso Banderas. Due genitori che sembrano presi in prestito da un film gangster (Banderas e Tamlyn Tomita) escono nella notte di Capodanno e, per meglio "darsi alla pazza gioia" lasciano i due pestiferi figlioletti soli in albergo, sotto la responsabilità di un molto poco paterno Ted. I ragazzini, nonostante le minacce del padre, riusciranno in una sola sera a giocare con le siringhe, bere alcool, fumare, scovare il cadavere semi-decomposto di una prostituta sotto al letto e incendiare la stanza. Fantastica la scena finale nella quale Banderas, rientrato dalla festa con la moglie ubriaca in braccio, apre la porta della camera in cui si trovano l'improvvisato baby-sitter e i figli, sorprendendoli fissi in un'immagine, dall'immancabile tinta splatter, che è la quintessenza dell'equivoco.
Ultima stanza ("L'uomo di Hollywood"): è l'attico di sua maestà Quentin Tarantino, nel quale compare come attore insieme, tra gli altri, a Bruce Willis. La storia è ripresa dal rifacimento anni '80 di un episodio di una serie tv del 1960, chiamata "Alfred Hitchcock presenta", dove Chester Rush (Tarantino) scommette la propria meravigliosa auto d'epoca (quella di John Travolta in "Pulp Fiction") contro il mignolo dell'amico che questo non sarebbe riuscito ad accendere il suo Zippo dieci volte di fila. Ted viene coinvolto nella scommessa, ed accetta 1.100 dollari incaricandosi di tagliare il dito in palio, qualora la scommessa lo avesse preteso. E' l'episodio più bello, frizzante, meglio scritto e diretto: è 100% Tarantino.
Nel suo complesso, "Four Rooms" è per forza di cose un'opera disomogenea e con più di qualche défaillance (una per tutte: la recitazione di Madonna ha meritato il "Razzie Awards" per la peggior attrice non protagonista), ma terribilmente divertente e con una colonna sonora su misura, che si imprime nella memoria.
Ottimo Tim Roth nella recitazione: è così nervoso ed iper-espressivo, al limite del caricaturale, da sembrare in tutto e per tutto un cartone animato, dall'adorabile accento inglese.

P.S.: Una chicca per chi la può apprezzare: Ted fuma sigarette "Red Apple" e Angela beve da un bicchierone da fast-food "Big Kahuna Burger".


Voto:


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