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domenica 24 gennaio 2010

A single man



Anno: 2009.
Regia: Tom Ford.
Interpreti: Colin Firth, Julianne Moore.

Ho deciso di vedere questo film quando, in una serata di zapping, mi sono imbattuta per caso in un'intervista a Ford e mi si è parato davanti agli occhi un moderno "dandy" (perdonate l'espressione orrenda), splendidamente agghindato, con una meravigliosa postura e un dialogare squisitamente "polite", che presentava una delle scene del film, commentandone la valenza emotiva personale e sottolineandone i rimandi autobiografici. Incredibile dictu, nelle immagini passate sullo schermo, eleganti e gravide di emozione, ho potuto distintamente percepire la personalità del loro creatore, come se ne simbolizzassero una perfetta traduzione in immagine. Affascinante.
La scena in questione è quella in cui il protagonista si prepara al suicidio: ciò che si vede in quei pochi minuti è un elegantissimo uomo di mezza età che studia quasi maniacalmente l'estetica di quel gesto in ogni dettaglio, dalla posizione all'abbigliamento: tutti gli oggetti necessari, co-protagonisti della scena, vengono elencati e disposti con precisione chirurgica su una scrivania, in cerca dell'algoritmo perfetto. Attesa e insicurezza incorniciano ogni movimento, a dare forte contrasto con la misura del gesto, a trasportare dolcemente lo spettatore.
Fortunatamente "A single man" non si limita a essere un'opera dall'estetica curatissima (anche se, va detto, questa è la vera protagonista almeno per la prima metà della pellicola, catalizzando enormemente l'attenzione), ma offre molto altro: personaggi ben sfaccettati e tridimensionali, ottime recitazioni, una più che buona colonna sonora, un ritmo appropriato e quel po' di nostalgia degli anni '60 che già da sola contribuisce al fascino di un film.
La storia ruota intorno alla metabolizzazione del dolore del protagonista, stretto in un vortice di solitudine, depressione e soprattutto paura, sentimenti che il regista ci restituisce in maniera delicata, senza ricorrere a quell'iperesposizione di pathos che colpisce facilmente il pubblico ma che rende tutto irreale.
Punto debole del film è il finale, che purtroppo scade nel trito e ri-trito ritrovandosi impantanato in un banale ritorno all'amore per la vita, proprio nel momento in cui questa è destinata a finire.
Film consigliato, regista (esordiente) da tenere d'occhio.


Voto:




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