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lunedì 2 novembre 2009

Bastardi Senza Gloria

Anno: 2009
Regia: Quentin Tarantino.
Interpreti: Brad Pitt, Cristoph Waltz.

Il valore artistico di un'opera cinematografica non si giudica certo dalla "bellezza" della storia che racconta, o almeno non solo da quella: per questo, seppur perplesso da ciò che della trama del film conoscevo ancora prima di vederlo, mi sono seduto in poltrona più che mai ben disposto nei confronti di un regista che ha sempre saputo stupirmi e (quasi) mai annoiarmi.
Effettivamente, la narrazione non ruota soltanto (quasi per nulla!) attorno alle peripezie della crew cui il titolo si riferisce, ma è ben più articolata: protagonista di quel "Once upon a time" molto killbilliano è una giovane ebrea la cui famiglia è stata sterminata dai nazisti, e che si troverà, anni dopo, ad ospitare nella sala cinematografica di sua proprietà, a Parigi, tutte le più alte cariche del Partito Nazionalsocialista, Baffetto compreso, in occasione della prima di un film di propaganda. Il plot ruota attorno a fatti, antefatti ed accadimenti collaterali in qualche modo collegati all'evento, e l'epilogo coinciderà, per voler usare un eufemismo, con una rivisitazione a dir poco creativa -e metaforica- della Storia, quella con la S maiuscola.
Ecco, nonostante la premessa da cui questo articolo parte, e pur ritenendo Tarantino un maestro del "non è tanto quello che mi racconti, ma è come me lo racconti", mi sento di poter dire che, ad un'opera che comincia con un epico "C'era una volta", su musiche altrettanto affascinanti, si potrebbe chiedere sicuramente di più anche da un punto di vista meramente narrativo.
Venendo al "come me lo racconti", purtroppo non posso far altro che esprimere disappunto e delusione sotto parecchi punti di vista: mi è capitato di leggere qua e là lodi per la profonda caratterizzazione dei personaggi (?!), per l'ottima interpretazione degli attori, per presunti dialoghi brillanti e spumeggianti...personalmente ho riscontrato caratterizzazioni semplicemente piatte ed interpretazioni tutt'altro che memorabili (fatta eccezione per l'ottimo Col.Landa dell'ottimo Cristoph Waltz). La lentezza di alcune scene mi è parsa troppo forzata e comunque fine a se stessa, e spesso la noia ha finito per troncare sul nascere la tensione che il regista mi sembrava volesse, in alcuni punti, da quella stessa lentezza ottenere. Per quanto riguarda la sceneggiatura, siamo ahimé lontani anni luce dai dialoghi, quelli sì brillanti e spumeggianti, di "Le Iene" e "Pulp Fiction".
Di quello che avrebbe dovuto (ma forse mai potuto) essere un capolavoro, rimane quindi un mucchietto di gag e di personaggi bizzarri (quelli davvero piatti più che mai), che potrebbero entusiasmare solo un pubblico di adolescenti, o al massimo ispirare qualche nickname da "gamer"... il tutto condito dalla solita, ritrita abbondanza di citazioni, riferimenti ed occhiolini ai cinefili, in alcuni punti (vedi "noi Francesi i registi li rispettiamo") quasi disturbante, e comunque troppo poco per fare di un film un bel film.

Voto:







P.S.: ...lo rivedrò prima o poi, e in caso non escludo che il voto possa lievitare.

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