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martedì 24 novembre 2009

Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo


Anno: 2009
Regia: Terry Gilliam.
Interpreti: Heath Ledger, Johnny Depp, Colin Farrell, Jude Law, Christopher Plummer.

La sensazione che si ha guardando "Parnassus" assomiglia molto a quella che si ha provata da bambini spiando l'interno di un caleidoscopio: un caos di forme e colori in movimento a creare la magia, lo stupore.
Impossibili scommesse con il diavolo, una bella ma per nulla innocente fanciulla che rischia la morte, gelosie d'amore e tradimenti, disperazione, solitudine e rassegnazione: gli ingredienti per piacere al grande pubblico ci sono tutti, ma sono elaborati con sapienza e originalità, e incorniciati da un sistema di effetti speciali spettacolare, barocco e giocoso.
Il soggetto del film, a voler essere giusti, è vecchio quanto il mondo: la lotta del bene contro il male, qui messa in scena da Mr. Nick, un diavolo che è la caricatura di un ruffiano in un manifesto potenziale di Toulouse-Lautrec, e il dottor Parnassus, l'uomo una volta immortale ora guardiano decadente del regno dell'immaginazione. Luogo dello scontro è un mondo creato dalla mente in trance del protagonista, al quale si accede tramite uno specchio di carta e nel quale, come d'incanto, prendono corpo le fantasie di chi ha osato varcarne la soglia fatata: questi, alla fine del viaggio attraverso l'universo dei desideri, dovrà infine scegliere tra perdizione diabolica e redenzione fantastica, consegnando così la propria anima all'uno o all'altro dei paladini del duello.
Interessante è la caratterizzazione personologica di questi (mentre di ben poco rilievo sono le altre figure del film, a volte appena schematicamente abbozzate), che costruisce da una parte un diavolo annoiato, viveur, manipolatore ma molto poco "satanico", insomma accattivante, e dall'altra una controparte benigna ma patetica, affondata nella miseria, nel senso di colpa e soprattutto sostanzialmente perdente.
Questa, dunque, è una storia dove non si tifa per il cattivo, ma nella quale il buono mette a disagio, vestito di stracci, incollato alla bottiglia, che arranca per sopravvivere e, in barba al buonismo comune, continuamente sensibile ai giochi d'azzardo diabolici. Credo sia per questo motivo che, durante la visione, si crea nello spettatore una sensazione perenne, una sorta di fastidio sotto tono che non supera mai il livello di massima allerta, ma che, al termine delle due ore della pellicola, vi assicuro lascia tracce sull'umore.
Che dire della regia? Spettacolare nel generoso uso di coloratissimi effetti speciali, a mio parere un po' eccessivi in tutte le accezioni del termine, curata nel dettaglio ma non troppo equilibrata nel ritmo e decisamente poco originale: mi ha ricordato vagamente il Burton di "Big Fish" e molto "Il Signore degli anelli" di Peter Jackson.
Insomma, "Parnassus" non porterà niente di nuovo sotto il sole, ma resta un film per certi versi originale e che riesce a interessare: promosso, con riserva.


Voto:


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